Cap. 4 - Evidenza

 "Tin-tu-tin"

Il telefono squillò. Antonietta era forse rimasta chiusa fuori?

 "Tin-tu-tin Tin-tu-tin"

Era proprio una chiamata, ma non era la sorella. Antigone si affrettò a rispondere

- Pronto?

- Pronto buongiorno, parlo con la signora Antigone d’Arco?

- Sì, sono io.

- Sono l’agente Bermini, la chiamo dalla caserma dei Carabinieri di via Rossellini.

La ragazza trattenne il fiato, enumerando rapidamente fra sé se aveva fatto qualche effrazione nelle ultime settimane. No, in teoria era tutto in regola.

- Stiamo trattenendo la signora Antonietta d’Arco, ci ha dato questo recapito per informare i suoi famigliari del fermo.

- Oddio… Cosa ha combinato stavolta?

- Non sono autorizzato a comunicarlo per telefono. La invito a venire qui, in Caserma, dove le sarà spiegato tutto e deciderà se pagare la cauzione.

Ah, quindi la cara sorellina ha già detto che non ha i soldi per pagarla! Si tenne per sé i pensieri e rispose:

- La ringrazio agente, arrivo subito.

Il tempo di percorrere il tragitto e degli agenti, un po’ compassati, la condussero nella cella dov’era trattenuta la sorella.

- Antigone!! Meno male sei arrivata!

- Piano! Tieni gli abbracci per te! Prima voglio sapere in che guai ti sei cacciata.

- Oh Antigone… io… io… mi sono distratta! Non volevo farlo! Ma ho bevuto troppo e mi è scappato…

- Smettila di piagnucolare e spiegati.

- Ero andata al discobar con Ester, Michaela e Nicole. Hai presente il bar Light&Blue? Quello vicino al cinema.

Antigone annuì.

- Eravamo lì, saranno state le 23, avevamo appena finito di  bere un paio di cocktail, e siamo state avvicinate da un gruppo di ragazzi. Dei giocatori di hockey, non so se mi spiego!

Lo sguardo gelido della sorella le intimò di non divagare.

- Dicevo, si sono avvicinati, ci hanno offerto qualcosa da bere e poi ci hanno invitate a ballare. Ovviamente non mi sono tirata indietro e con l’amico culo-sodo…

- Culo-sodo??

- Sì, non ricordo il nome, ma quel culo non lo dimenticherò finché vivo!

- Oh ti prego, continua con la storia…

- E insomma con questo tipo sono andata in pista, comodamente perché c’era poca gente a ballare a quell’ora, avevano appena alzato il volume! Mentre ballavamo uno sull’altra – eh-ehm – cioè… vicini vicini, una tizia, con tutto lo spazio che aveva, ha cominciato a ballarmi addosso. L’ho scansata un paio di volte, ma lei continuava, al che sono stata al gioco e ho sfruttato la situazione per stuzzicare un po’ Culo-sodo. Puoi immaginarti quanto fosse entusiasta!

- Vai al punto.

- Eh, sta tipa però non mi lasciava più. Io cercavo di tornare da C…

- Sì, sì, lui. Ho capito.

- Cercavo di ballare con lui, ma lei era sempre in mezzo e addosso a me ed ha cominciato a baciarmi il collo. A quel punto l’ho spinta via e le ho detto a chiare lettere di lasciarmi in pace!

- Oh mamma… cosa le hai detto?

- No no, niente di offensivo. “Scusa cara, ma non mi interessi, io preferisco culo-sodo alle mie spalle!”

- Ah, e lei?

- Mi fa “Non perdere tempo con quello lì, non ti capisce come ti posso capire io!” Ed io le ho detto “Non mi interessa essere capita!” e lei “Io posso soddisfarti meglio di lui!” “Non credo proprio!” “Perché cos’ha lui che io non ho?” “Tesoro, ma parli seriamente?” E lei “Certo!” per giunta facendomi l’occhiolino! “No, guarda che io sono etero…” “Anch’io!”

- Oooh… Quindi era attrezzata comunque?

- Assolutamente no, aveva degli shorts che non lasciavano adito a dubbi! Lei era tanto macho quanto io lo ero col nome Carlo!

- Allora era un gender à la carte?

- Esatto, lo realizzai qualche istante dopo. E quindi le ho detto “No dolcezza, a me interessano gli uomini veri!”

- Antonietta!!!! – Antigone si portò le mani alla testa – Come ti è saltato in mente???

- E lo so, ma mi è venuto spontaneo… Io non volevo, è che non mi era mai successa una simile situazione! Magari avevo stuzzicato qualche ragazzo gay ma se mi diceva di no, anche dopo avergli detto che in realtà mi chiamavo Carlo, lo lasciavo in pace… Con le passive c’è poco da fare… Insomma, potrà uno dire di no, ti pare?

- Non così Antonietta! Non così!! Dare del falso a un gender à la carte è darsi la zappa sui piedi! Non potevi dire “uomini equipaggiati”? – scosse la testa, appoggiandola sconsolata alla mano - Questa ovviamente ne ha approfittato e ti ha denunciata!

- Scusa Antigone! Scusa… Mi dispiace! Cosa potevo fare? Io volevo l’uomo vero, era così evidente! Era tutto così evidente! Almeno quando facevo Carlo mi atteggiavo un po’ da maschiaccio.. lei no! Era così evidentemente femmina: aspetto, movenze, trucco, voce…

- Da quando l’evidenza conta qualcosa??

- Hai ragione. Hai ragione! – Alzò le mani, in segno di resa – Ho sbagliato a dire “uomini veri”, però ora che ci posso fare?

- Niente di più di quello che hai già fatto. Ora pago la cauzione, poi domani andiamo dal mio avvocato, vedremo cosa si può fare…

Si alzò e andò a compilare le varie carte per liberare la sorella, che, di lì a poco, fu fatta uscire. Proprio sulle scale, uscendo, Antonietta si fermò sulle scale, a sistemarsi una scarpa:

- Uffa, dovrei essere io a denunciarla! A quest’ora potevo essere a spassarmela con Culo-sodo…

Antigone scosse la testa, arrivando al marciapiede osservò la sorella: bella, matta e insostituibile, in equilibrio sullo scalino come era perennemente in equilibrio nella vita.

- Piuttosto la prossima volta non avere troppa fretta nel dire di essere etero, cerca di scoprire di che sesso è il tuo spasimante e regolati di conseguenza.

- Scherzi?? Si vede che non hai mai abbordato i neutrogender!

La vita sessuale di Antonietta si faceva ogni notte più rischiosa.